Nel 1975 un gruppo di studenti di
architettura, ispirati dai movimenti libertari del 1968, lasciò casa per
creare, promuovere e vivere personalmente un cambiamento radicale nel
loro stile di vita, con l’intento di creare qualcosa di diverso e
naturale: una comunità autonoma. Nacque in questo modo la frazione di La Baraque, in Belgio, la quale è situata tra Bruxelles e Namur.
La ricerca di autonomia di questa
comunità è stata vista per anni come una chimera inseguita da milioni di
sognatori. Ma quei studenti, con il tempo, hanno ottenuto grandi
risultati, trasformando un’utopia in realtà, tanto che ad oggi La Baraque è diventata una cittadina all’avanguardia nel campo della sostenibilità ambientale.
All’inizio La Baraque
raggruppava pochi quartieri pieni di roulotte, caravan e autobus,
utilizzati principalmente per dormirci la notte. Proprio come le Tiny House di oggi, con l’unica differenza che accadeva 40 anni fa!
Con il passare del tempo la comunità ha iniziato a realizzare le prime case con materiali di riciclo, maggiormente legno e paglia.
Queste abitazioni, pur non essendo legali, sono state ben tollerate
dalla pubblica amministrazione e nel 1985 la comunità, è stata approvata
e considerata dal governo come area sperimentale considerata
l’originalità e la qualità dei progetti realizzati.
Gli obiettivi principali che hanno favorito lo sviluppo di La Baraque, oggi definita come “il vecchio quartiere“ sono:
- L’autocostruzione
- La riappropriazione del tempo e dello spazio
- La vita comunitaria
- Il basso costo di funzionamento
- La gestione collettiva
E sappiamo bene che oggi non è più
possibile ignorare l’importanza di queste sperimentazioni che oltre a
favorire un minor impatto ambientale, realizzano un complesso lavoro
sulle relazioni umane. Lo sviluppo del villaggio è stato largamente
supportato dai tanti volontari che in 40 anni di storia hanno donato le loro energie economiche e forza lavoro, ricevendo in cambio la possibilità di vivere un’utopia in un contesto molto diverso dalla materialistica società tradizionale.
Insomma, un risultato positivo per tutti.
di Manuela Camporaso
Fonte: verslautonomie
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